Background Storico
24 Febbraio 2022
La Russia attacca l'Ucraina: il conflitto comincia con Putin che annuncia "un'operazione militare speciale" per "de-nazificare e demiliarizzare" l'Ucraina
Settembre 2021
Zelensky incontra il neo-eletto Presidente degli USA Joe Biden, con il quale si rinnovano i colloqui riguardo l'adesione Ucraina alla NATO
20 Maggio 2019
Volodymyr Zelensky viene eletto Presidente dell'Ucraina da una larga maggioranza con la promessa di restituire la regione del Donbas all'Ucraina
20 Maggio 2019
Una volta eletto, il presidente Zelensky ha dichiarato la sua forte intenzione di combattere la corruzione sistemica in Ucraina (come alcuni dei suoi predecessori), ma, soprattutto, ha dichiarato che la priorità massima del suo governo era concentrata sul riconquistare il potere nella regione del Donbas. Ironicamente, uno dei suoi obiettivi era anche quello di pacificare finalmente i rapporti con la Federazione russa, cominciando con una guerra di informazione che potesse mostrare – e così terminare – il conflitto nelle aree contese. Chiaramente, il presidente Putin non ha accolto la posizione di Zelensky e tutti sappiamo quanto la loro contesa si sia spinta lontana.
Fonte: BBC
Agosto 2018
Il comandante dei ribelli separatisti appoggiati dalla Federazione Russa Alexander Zakharchenko viene assassinato nell'Est dell'Ucraina
17 Dicembre 2016
Un cyber-attacco mirato ad rete elettrica di Kiev interrompe temporaneamente la fornitura di elettricità
23 Dicembre 2015
Un cyber-attacco compromette 3 compagnie di distribuzione elettrica in Ucraina e interrompe temporaneamente la fornitura di elettricità
17 Dicembre 2015
L'Ucraina mette al bando tutti i partiti comunisti
Maggio 2015
Il Presidente ucraino Poroshenko nomina Mikheil Saakashvili, l'ex Presidente della Georgia, governatore della regione di Odessa
Aprile 2015
L'Ucraina mette al bando le bandiere Sovietiche, ordina la distruzione di statue dell'età Sovietica e rinomina le piazze cittadine
Febbraio-Aprile 2015
Almeno 9 individui vicini all'ex Presidente ucraino Yanukovich sono morti in circostanze misteriose
12 Febbraio 2015
Gli accordi aggiornati di Minsk II vengono firmati
5 Settembre 2014
Gli accordi di Minsk vengono firmati dal Gruppo di Contatto Trilaterale sull'Ucraina (Russia, Ucraina e rappresentanti dell' OSCE)
5 Settembre 2014
Minsk I
Il primo accordo di Minsk (Minsk I) è stato firmato dall’Ucraina e dalle forze separatiste filo-russe in seguito agli scontri avvenuti in Crimea per accordarsi su un cessate il fuoco. Tra i punti principali dell’accordo figuravano: lo scambio reciproco di prigionieri, l’invio di aiuti umanitari e il ritiro delle armi pesanti nelle zone interessate dal conflitto. Nonostante le firme, l’accordo è caduto in breve tempo date le violazioni perpetrate da entrambe le parti in contesa.
Minsk II
Sponsorizzato da Francia e Germania, l’accordo Minsk II ha cercato di fermare il conflitto cominciato quando le forze separatiste filo-russe hanno conquistato il potere nelle regioni del Donetsk e Luhansk a seguito dell’annessione della penisola della Crimea nel 2014. Anche in questo caso, l’accordo non è stato rispettato totalmente.
L’accordo prevedeva i seguenti punti:
- Immediato e generale cessate il fuoco.
- Ritiro delle armi pesanti per ambedue le parti.
- Monitoraggio da parte dell’OSCE.
- Dialogo in merito al governo autoproclamato delle regioni di Donetsk e Luhansk, in accordo con la legge ucraina e a seguito di approvazione parlamentare di uno status speciale.
- Amnistia e perdono per i combattenti.
- Scambio di ostaggi e prigionieri.
- Assistenza umanitaria.
- Ripresa dei rapporti socio-economici, incluse le pensioni.
- Il controllo del confine in mano dell’Ucraina.
- Ritiro dei gruppi armati stranieri, del loro equipaggiamento militare, e dei mercenari.
- Riforma costituzionale in Ucraina sulla decentralizzazione delle repubbliche autoproclamate del Donetsk e Luhansk.
- Elezioni a Donetsk e Luhansk.
- Intensificazione dei lavori del Trilateral Contact Group, comprendente anche i rappresentanti della Federazione Russa, dell’Ucraina e dell’OSCE.
Fonti: OSCE Al Jazeera
Settembre 2014
Offensiva di Mariupol
27 Giugno 2014
L'Ucraina firma un accordo commerciale con l'UE
Maggio 2014
Petro Poroshenko viene eletto Presidente dell'Ucraina
18 Marzo 2014
Indipendenza della Crimea dall'Ucraina/Annessione della Crimea da parte della Federazione Russa
18 Marzo 2014
A seguito delle proteste Euromaidan, viene eletto un governo ad-interim che fissa le elezioni per il Maggio 2014. Yanukovich torna sugli schermi il 28 Febbraio da Rostov-na-Donu (Rostov, una città della Federazione Russa), dove pronuncia un provocatorio discorso in russo ed insiste su come sia ancora egli il legittimo presidente dell’Ucraina. I sostenitori filo-russi di Yanukovich in Crimea diventano progressivamente più agguerriti: gli aeroporti e il parlamento vengono occupati da gruppi armati non identificati che di fatto piazzano Sergey Aksyonov, leader del Partito russo "Russia Unita" e cittadino russo, come Primo Ministro della Crimea. Le comunicazioni tra la Crimea e l’Ucraina erano state interrotte, mentre il governo russo riconosceva il dislocamento di truppe russe nella regione con l’obiettivo di proteggere I cittadini russi e gli asset militari in Crimea. Aksyonov dichiara che lui stesso, e non il governo di Kyiv, è al comando della polizia e delle forze militari ucraine in Crimea.
Il 6 marzo il parlamento della Crimea vota per separarsi dell’Ucraina e unirsi alla Federazione Russa tramite un referendum pubblico fortemente criticato per diverse irregolarità nel processo di votazione, tra cui la presenza di uomini armati ai seggi elettoriali. Ciononostante il referendum registra votazioni al 97% favorevoli all’unione con la Federazione Russa.
Questa mossa è stata acclamata dalla Federazione Russa e condannata ampiamente dall’Occidente. Il governo ad-interim di Kyiv ha rifiutato I risultati del referendum, mentre Stati Uniti e UE imponevano numerose sanzioni a ufficiali russi e membri del parlamente della Crimea. Ciononostante, il 18 Marzo Putin si è incontrato con Aksyonov e altri rappresentanti regionali per siglare il trattato che incorpora de facto la Crimea nella Federazione Russa. Le truppe russe procedettero dunque a occupare le basi militari nella penisola, incluse le sedi della marina ucraina a Sebastopoli, mentre il governo di Kyiv evacuava 25,000 persone tra personale militare e le loro famiglie dalla Crimea. Il 21 Marzo, a seguito della ratifica del trattato di annessione da parte del parlamento russo, Putin firma la legge per integrare formalmente la Crimea nella Federazione. Nei mesi successivi la Russia ha adottato diverse misure economiche e militari mirate all’economia ucraina e ad indebolire la presenza del governo nelle aree di Donetsk, Luhansk, Horlivka, and Kramatorsk, che corrispondono alle aree centrali della crisi odierna.
Fonti: Britannica BBC
Marzo 2014
La guerra nel Donbas (gli oblasts di Donetsk e Luhansk) ha inizio
18-23 Febbraio 2014
Rivoluzione di Maidan (Rivoluzione della dignità). Rivoluzione filo-occidentale contro il Presidente Yanukovych che era filo-russo
18-23 Febbraio 2014
Nel tardo Novembre 2013 il popolo ucraino è sceso in piazza con proteste pacifiche dopo che Viktor Yanukovich (il presidente all’epoca) scelse di non firmare un accordo commerciale con l’Unione Europa. Le proteste erano dettate da qualcosa in più di un semplice desiderio di avvicinarsi all’UE: si trattava di una reazione alle ingiustizie, alla corruzione sistemica e al nepotismo delle politiche post-sovietiste.
Le proteste nella Piazza dell’Indipendenza di Kyiv (in ucraino traslitterato “Maidan”) hanno continuato nel 2014, mentre il governo di Yanukovich tentava di reprimerle con la forza imponendo leggi che restringevano severamente le libertà civili ed il diritto alla protesta. Tra il Gennaio e il Febbraio del 2014 oltre 100 manifestanti hanno perso la vita, mentre il presidente Yanukovich lascia il paese e il parlamento ucraino (la “Rada”) vota per estrometterlo. Viene eletto presidente Petro Poroshenko, che guiderà un governo che annunciava sostanziali riforme per il paese.
Le proteste di Euromaidan sono cruciali per comprendere il conflitto in Crimea.
Fonte: Open Society Foundations
23 Febbraio 2014
Oleksandr Turchynov viene eletto come Presidente ad interim dell'Ucraina
21 Novembre 2013 - 23 Febbraio 2014
Manifestazioni di Euromaidan/Maidan
Novembre 2013
Il Presidente ucraino Yanukovich sospende le trattative per l'accordo commerciale con l'UE
27 Aprile 2010
Patti di Kharkiv/Accordi di Karkhov
2010
Viktor Yanukovich vince le elezioni presidenziali in Ucraina contro la primo ministro Yulia Tymoshenko
2008
La NATO promette all'Ucraina che un giorno farà parte dell'alleanza
Marzo 2005 - Gennaio 2006
Disputa sul gas tra Naftogaz Ukrainy e Gazprom
22 Novembre 2004 - 23 Gennaio 2005
Rivoluzione Arancione: l'elezione di Viktor Yanukovich causa diverse proteste popolari che portano alle ri-elezioni. Questa volta Viktor Yushchenko viene eletto Presidente
22 Novembre 2004 - 23 Gennaio 2005
L’elezioni presidenziali del 2004 hanno portato l’Ucraina sull’orlo della disintegrazione e della guerra civile. I due candidati erano l’ex Primo Ministro Viktor Yanukovich, fortemente supportato dal presidente della Federazione Russia Vladimir Putin e il suo oppositore Viktor Yushchenko, che lottava contro la corruzione e il clientelismo. Ai ballottaggi Yanukovich viene dichiarato vincitore, provocando forti proteste da parte dei sostenitori di Yushchenko che ritenevano le elezioni macchiate da frode elettorale e incominciarono a manifestare in quella che sarà conosciuta come “Rivoluzione Arancione”. I sostenitori di Yanukovich nell’est del paese (le aree del Donbas) minacciarono di separarsi dall’Ucraina se i risultati delle elezioni venissero annullati. Ciononostante, il 3 dicembre la Corte Suprema ucraina ha decretato le elezioni non valide ed ordinato un nuovo ballottaggio per il 26 Dicembre. In questa nuova tornata Yushchenko sconfigge Yanukovich con il 52% dei voti. Sebbene Yanukovich abbia contestato la validità dei risultati, Yushchenko viene eletto presidente il 23 Gennaio 2005.
La Rivoluzione Arancione ha di fatto aperto un conflitto da tempo latente tra forze politiche filo-russe e quelle europeiste, culminate con le proteste dell’Euromaidan 10 anni dopo.
Fonte: Britannica
9 Luglio 1997
Viene istituita la Commissione NATO-Ucraina (NUC)
9 Luglio 1997
La NUC viene istituzionalizzata a seguito della firma della "Charter on a Distinctive Partnership" da parte dell’Ucraina e dei capi di Stato alleati il 9 Luglio 1997. È un organo decisionale le cui mansioni riguardano: garantire l’adozione delle previsioni della Charter, valutare lo stato generale dei rapporti tra Ucraina e NATO, pianificare le attività future e suggerire miglioramenti da apportare al fine di migliorare i rapporti. Inoltre, la NUC funge da foro per le consultazioni tra gli Alleati e l’Ucraina riguardo questioni comuni sulla sicurezza, tra cui: le riforme dei settori della difesa e sicurezza, armamenti, sicurezza economica, scientifico, ambientale e l’attuale situazione di crisi.
Informazioni aggiuntive sulla collaborazione NATO-Ucraina
La cooperazione tra la NATO e l’Ucraina si è rafforzata col tempo ed è mutualmente benefica, con l’Ucraina che contribuisce attivamente alle operazioni e missioni guidate dalla NATO. Concretamente, la NATO supporta l’Ucraina con il cosiddetto CAP (Comprehensive Assistance Package), un pacchetto di manovre e finanziamenti focalizzati sul riformare le politiche di sicurezza e difesa ucraine e rafforzare le capacità del paese di difendersi.
La partnership tra NATO e Ucraina ha giocato, e gioca tutt’ora, un ruolo fondamentale nella crisi con la Russia. Durante le recenti crisi tra i due paesi, la NATO ha dimostrato supporto all’Ucraina. Prima, l’Alleanza Atlantica ha fermamente condannato e non riconosciuto l’invasione e seguente annessione Russa della Crimea nel 2014. Secondo, la NATO ha definito l’invasione Russa in Ucraina completamente ingiustificabile, immotivata e una grave violazione del diritto internazionale che minaccia la sicurezza Euro-atlantica. Inoltre, la NATO condanna la decisione russa di riconoscere l’indipendenza delle regioni separatiste in Ucraina (Luhansk e Donetsk).
Al di là del supporto morale e diplomatico dato all’Ucraina, è opportuno valutare altresì le azioni della NATO in risposta alla crisi in Crimea: l’alleanza atlantica ha rinforzato il supporto allo sviluppo delle capacità civili e militari in Ucraina, ha aumentato la sua presenza nel Mar Nero e intensificato la cooperazione marittima con la stessa Ucraina e la Georgia. Attualmente, la NATO non è disposta ad intervenire militarmente nel conflitto perché: 1) non è obbligata (come prevede l’articolo V del trattato Nord-Atlantico) giacché l’Ucraina non è un paese membro dell’alleanza; 2) il rischio di un’escalation incontrollabile a livello globale è troppo alto. A tal riguardo, la NATO mira a limitare il conflitto ai confini ucraini e limita il proprio supporto all’invio di battaglioni nei paesi di confine e parte dell’alleanza (Estonia, Lituania, Lettonia, Polonia, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria e Romania), mentre la proposta di una no-fly zone è stata rifiutata.
31 Maggio 1997
Trattato di amicizia, cooperazione e partenariato tra la Federazione Russa e l'Ucraina
28 Maggio 1997
Trattato di partizione sullo Stato e le Condizioni della Flotta del Mar Nero
1994
A seguito di votazioni, Leonid Kravchuk viene sostituito da Leonid Kuchma, che diventa Presidente dell'Ucraina
1991
L'Ucraina dichiara l'indipendenza a seguito della caduta dell'Unione Sovietica. Leonid Kravchuk viene eletto come primo Presidente
1991
Dal 1919 l’Ucraina si configurava politicamente come una repubblica satellite dell’Unione Sovietica. Movimenti separatisti precursori dell’indipendenza si incominciarono a manifestare negli anni ‘80 in tutta l’URSS, compresa l’Ucraina. Leonid Kravchuk (leader della repubblica sovietica dell’Ucraina e leader del partito comunista) dichiara l’indipendenza da Mosca nel 1991. Attraverso un referendum e conseguenti elezioni presidenziali, il popolo Ucraino approva l’indipendenza con il 92,3% dei voti a favore ed elegge Kravchuk come presidente. I gruppi politici dell’Ucraina di allora includevano ex partiti comunisti, socialisti, agrari, nazionalisti e varie forze di centro ed indipendenti. La durata ed efficienza delle neo-nate repubbliche post-sovietiche dipendeva molto dalla pressione delle forze nazionaliste che volevano l’indipendenza. Oggi l’Ucraina è una repubblica unitaria con sistema semi-presidenziale.
Fonti: Reuters NatGeo GlobalSecurity
1932 - 1933
Una grande carestia, conosciuta come "Holodomor" (assassinio per fame) colpisce l'Ucraina. L'evento è considerato un atto voluto da Stalin e imputabile alla sua campagna di collettivizzazione
Crisi migratoria Ucraina
OVERVIEW GENERALE - I NUMERI DELLA CRISI
- Secondo le stime dell’UNHCR, i rifugiati ucraini al di fuori dei confini del paese al giorno 7 Aprile 2022 ammontano a 4.319.494, ossia il 9% del totale della popolazione Ucraina. Questi numeri si limitano a riferirsi ai soli individui con cittadinanza ucraina. Infatti, sempre secondo le stime UNHCR, un totale di 10.5 milioni di persone (circa un quarto della popolazione totale Ucraina) si sono spostate al di fuori o all’interno dell’Ucraina a causa della guerra. 186.000 persone con cittadinanza diversa da quella ucraina, si sono spostate da e all’interno dell’Ucraina.
- Secondo le stime UNHCR, dichiarate dall’Alto commissario per i rifugiati Filippo Grandi, un totale di 13 milioni di persone in tutta l’Ucraina (29,5% della popolazione totale ucraina) necessita di aiuti umanitari urgenti.
- A preoccupare principalmente sono soprattutto le c.d. vulnerable IDPs (Internally Displaced Persons), ossia quelle o gruppi di individui che secondo i Guiding Principles on Internal Displacement (E/CN.4/1998/53/Add.2) sono state obbligate a spostarsi dalla loro residenza abituale, ma rimanendo all’interno dello stesso stato. Di queste si approfondirà successivamente nell’articolo.
DOVE STANNO SCAPPANDO LE PERSONE?
È importante anche capire dove fuggono le persone. Per capire il motivo per cui la maggior parte di esse sono scappate ad est, è necessario osservare il posizionamento del conflitto.
Questa mappa presenta la situazione del conflitto al 06 Aprile, dopo 43 giorni di guerra. Le zone di conflitto sono concentrate nelle regioni separatiste ad est e a sud dell’Ucraina, presidiato dai russi e da dove l’invasione russa è di fatto partita il 24 febbraio scorso. L’altro fronte di guerra, a nord, ha colpito la città di Chernihiv dove però l’Ucraina ha opposto grande resistenza organizzando controffensive e riappropriandosi della città di Chernihiv e di Kyiv.
Nonostante ciò, quella che doveva essere una guerra lampo si è trasformata in un conflitto statico che non ha mosso i fronti in maniera eccessiva dallo scoppio della guerra. Questo ha influenzato il movimento delle persone che sono scappate verso ovest. Le uniche regioni in territorio Ucraino da cui le persone sono fuggite verso est (ossia verso la Federazione Russa) sono quelle del Luhansk e del Donetsk, dove sono stanziati i separatisti filo-russi.
A tal proposito, dei dati rilevanti accertati da UNHCR e DW, hanno rivelato un movimento cospicuo di rifugiati in uscita dalle regioni separatiste prima dell’inizio del conflitto. Sono state 113,000 le persone a spostarsi nella Federazione russa tra il 21 e il 23 febbraio. Secondo quanto riportato da DW, sono state le forze armate separatiste a consigliare l’evacuazione delle zone prima dell’inizio dei conflitti. Questa informazione sui migranti fa ancora più chiarezza su quanto e come la guerra fosse effettivamente programmata in anticipo e quanto sia essa frutto di un’escalation di eventi - come per altro confermato dai ministri degli esteri tedesco e francese.
Cosa significano questi dati per l’Europa?
Diversi sono i temi da dover toccare in merito alla crisi migratoria ucraina, ma è necessario capire il comportamento dell’Europa e dei principali stati di prima accoglienza dato che la crisi investe appieno soprattutto il vecchio continente.
- Considerando che tutti gli stati di prima accoglienza (esclusa la Romania) fanno parte dello spazio Schengen - che permette la libera circolazione di persone tra le frontiere, nei prossimi mesi gli stati europei avranno più difficoltà a monitorare gli spostamenti dei rifugiati dagli stati di prima accoglienza. Questo pone due grossi rischi:
- Riguardo la gestione dei migranti per gli stati, si è già visto in passato con la crisi migratoria del 2016 che gli stati europei non erano preparati ad accogliere numeri ingenti di persone e la situazione, sebbene i nuovi accordi Europei (vincolanti solo per gli stati membri dell’UE), potrebbe ripresentarsi.
- Riguardo la sicurezza dei rifugiati e dei migranti, e il loro (eventuale) inserimento all’interno di nuove società, si pone il problema dell’integrazione. Questa è da sempre stata uno dei problemi maggiori per la gestione dei migranti a livello europeo e, se gli stati si trovano impreparati e non rafforzano la loro rete di cooperazione interna ed esterna (non solo forze pubbliche e PA, ma anche ONG, fondazioni, centri di accoglienza) il rischio è di creare doppi standard, o non garantire a nessuno buoni ed efficaci programmi di accoglienza.
- Il secondo rischio riguarda, nello specifico, i doppi standard di cui l’UE è già stata accusata.
- Double standards in UE. Già a marzo 2022 l’UE ha invocato per la prima volta la direttiva sulla protezione temporanea che ha concesso ai rifugiati ucraini il diritto di vivere, lavorare e ricevere benefit in 26 stati membri (ad esclusione della Danimarca che comunque ha varato una legge simile a questa direttiva). Stando a quanto riportato dal The economist, l’UE ha voluto evitare agli Ucraini scappati dalla guerra di dover rimanere nei centri di accoglienza e procedere attraverso i canali usuali (lenti e farraginosi) per l’ottenimento della protezione internazionale. La direttiva agevola sicuramente gli Ucraini, ma il motivo per cui l’UE è stata criticata è legato esattamente alla gestione dei migranti non-Ucraini che stanno ancora arrivando da altre zone del mondo (soprattutto zona del medio oriente e nord africa) che sono esplicitamente dichiarati e percepiti come minacce per la sicurezza interna dell’UE nella European Security Strategy e ancora ad oggi, continuano a percorrere lo stesso iter burocratico che gli stati membri impongono per l’ottenimento della protezione.
- Double standards negli stati di prima accoglienza. Negli stati di prima accoglienza, soprattutto in Polonia, i migranti non ucraini hanno avuto problemi nell’attraversare le frontiere per poter scappare dalla guerra. Le discriminazioni sono avvenute sulla base della razza. In Ungheria, dove il primo ministro Orban ha fatto costruire barriere anti-migranti per respingere i migranti dal 2015, sono stati ammessi 340.000 rifugiati ucraini.
- Double standards in USA e in Canada. Anche gli Stati Uniti - ben noti per la loro avversione contro i migranti Latini - hanno dichiarato che accetteranno oltre 100.000 rifugiati ucraini e invieranno 1 milione di dollari all’Europa per aiutare gli stati nella gestione della crisi (The economist)
Internally Displaced Persons (IDPs)
Un discorso ad hoc deve essere, invece, fatto per quanto riguarda le IDPs. Secondo i dati registrati di IOM, ad oggi le IDPs sono un totale di oltre 7 milioni di persone (16% della popolazione), 3 milioni in più dei rifugiati che sono invece scappati e hanno lasciato il paese tra cui persone socialmente vulnerabili. Molti tra di essi hanno vissuto la stessa condizione con la precedente crisi ucraino-russa durante la guerra in Crimea del 2014. La IOM, nel più recente dei suoi report ha indicato che gli IDPs nel giro di sole due settimane sono aumentate di 660.992 mila unità, che significa che ogni giorno si sono spostate circa 45 mila persone.
Dove si sono spostate queste persone? Il grafico pubblicato nell’ultimo report di IOM (pag. 2), fa notare come i maggiori flussi di IDPs si siano concentrati verso l’ovest dell’Ucraina che è, come detto prima, la parte più sicura del paese. Le persone che si stanno spostando dalla loro residenza abituale per motivi legati alla guerra provengono, in ordine di grandezza del flusso, dalla città di Kyiv, dalla regione di Karkiv, dalla regione di Kyiv, dalla regione del Donetsk e dalla regione di Chernihiv.
Saranno interessanti i monitoraggi delle prossime giornate/settimane per capire se effettivamente queste persone si sono spostate ad ovest per lasciare il paese e vengono attualmente monitorate però come IDPs.
L'Infografica del report di IOM (pag. 4) mostra la distribuzione per genere ed età delle IDPs in Ucraina. Inoltre, si evince che la metà dei nuclei familiari IDPs contiene almeno un soggetto anziano vulnerabile o bambini in età compresa tra i 5 e i 17 anni. Il 24% include bambini tra i 1 e 5 anni. Un 30% include anche dei malati cronici, il 19% dei disabili. Infine, rispettivamente il 5 e l’8% dei nuclei familiari include infanti e donne incinte. Tutte queste situazioni sono da sottolineare perché rendono difficili gli spostamenti e potrebbero potenzialmente ostacolare di lasciare agilmente il paese in condizioni precarie, di attendere alle frontiere e di emigrare verso ovest.
Perdite esercito russo
Fonte: Ministero della difesa ucraino - Ultimo aggiornamento: 30 marzo 2023
Personale militare: 172.900
Carri armati: 3.610
Veicoli corazzati: 6.974
Sistemi di artiglieria: 2.671
Lanciarazzi multipli: 526
Contraeree: 278
Aerei: 306
Elicotteri: 291
Veicoli e serbatoi di carburante: 5.518
Navi: 18
Droni: 2.239
Equipaggiamento speciale: 291
Missili cruise: 911
Sanzioni da altri Stati
Fonte: Reuters
2 Giugno: UE
L'Unione Europea approva l'embargo del petrolio russo, da esenzioni al'Ungheria. Zelensky chiede più sanzioni
20 Maggio: Canada
Il Canada annuncia sanzioni aggiuntive a oligarchi russi, vieta importazione e esportazione di beni di lusso dalla Russia
4 Maggio: Regno Unito
Il Canada annuncia sanzioni aggiuntive a oligarchi russi, vieta importazione e esportazione di beni di lusso dalla Russia
29 Aprile: Norvegia
La Norvegia chiude le frontiere e i porti ai beni russi, ad esclusione di pescherecci
27 Aprile: Svizzera
La Svizzera implementa altre sanzioni europee verso Russia e Bielorussia
26 Aprile: Polonia
La Polonia sanziona Gazprom tra altri 50 aziende e oligarchi russi
21 Aprile: Regno Unito
Il Regno Unito annuncia 26 nuove sanzioni verso generali militari russi responsabili per le 'atrocità' in Ucraina
14 Aprile: Regno Unito
Il Regno Unito sanziona due collaboratori del proprietario del Chelsea, Roman Abramovich, in risposta all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che sono stati sottoposti al più grande congelamento di beni da parte del governo britannico
14 Aprile: Australia
L’Australia aggiunge 14 aziende statali russe alla lista di sanzioni, colpendo Gazprom, Kamaz, SEVMASH e United Shipbuilding Corp
7 Aprile: Svizzera
La Svizzera ha fino ad ora congelato 7.5 miliardi di franchi svizzeri (8.03 miliardi di dollari) in fondi e beni come sanzioni contro russi, inclusi conti correnti e proprietà nei quattro cantoni.
6 Aprile: USA
Gli Stati Uniti sanzionano la figlia di Putin e altre banche russe
6 Aprile: UE
Il capo della commissione europea annuncia nuove sanzioni in Russia
6 Aprile: Regno Unito
Il Regno Unito ha congelato i beni della più grande banca russa, Sberbank, sanzionato otto oligarchi coinvolti in business tra cui fertilizzanti, petrolio, carburanti, trasporti e diamanti, e ha annunciato che avrebbe vietato l’importazione di carbone dalla Russia dalla fine del 2022, vietato gli investimenti inglesi in Russia, che rappresentano un valore di 11 miliardi di sterline, e vietato l’esportazione di apparecchiatura fondamentale nella raffinazione del petrolio.
5 Aprile: Giappone
Il ministero della finanza giapponese suggerisce di revocare i privilegi economici della Russia
5 Aprile: USA
La IRS americana ha sospeso lo scambio di informazioni con le autorità fiscali russe, nel tentativo di impedire a Mosca di finanziare la guerra riscuotendo tasse
31 Marzo: Regno Unito
Il Regno Unito sanziona i media russi, nel tentativo di prevenire la disinformazione
29 Marzo: Giappone
Il 5 aprile il Giappone interromperà l’esportazione di auto e beni di lusso verso la Russia
25 Marzo: Svizzera
La neutrale Svizzera adotta altre sanzioni europee contro la Russia
25 Marzo: Finlandia
Le ferrovie finlandesi interrompono il servizio tra Helsinki e San Pietroburgo, chiudendo gli spostamenti ferroviari tra Russia e Unione Europea
24 Marzo: USA
Gli Stati Uniti impongono sanzioni a dozzine di compagnie che operano nel settore della difesa, a 328 membri della Duma e all’amministratore delegato di Sberbank
24 Marzo: Svizzera
La Svizzera congela più di 6 miliardi di dollari di beni russi
24 Marzo: Regno Unito
Il Regno Unito sanziona Alfa, Gazprom e la figliastra di Lavrov
21 Marzo: UE
L’Unione Europea si divide sulle sanzioni all’industria petrolifera russa e pianifica i prossimi passi
20 Marzo: Australia
L’Australia vieta l’esportazione di allumina verso la Russia e provvede all’approvvigionamento di carbone per l’Ucraina
18 Marzo: Australia
L’Australia sanziona i miliardari russi con connessioni con l’industria mineraria
18 Marzo: Giappone
Il Giappone imporrà sanzioni a 15 individui russi e 9 organizzazioni
15 Marzo: Giappone
Il Giappone impone sanzioni ad altri 17 individui russi, inclusi miliardari
15 Marzo: Nuova Zelanda Corea del Sud Islanda Australia
Altri stati si schierano con l’Organizzazione Mondiale del Commercio del G7 sugli scambi commerciali tra Russia e UE
15 Marzo: UE
L’UE blacklista Abramovich, e mira ai settori dell’energia e del lusso con nuove sanzioni
15 Marzo: Regno Unito
Il Regno Unito annuncia 350 nuove sanzioni contro la Russia
14 Marzo: UE
L’UE approva ilo congelamento dei beni di Roman Abramovich
12 Marzo: Bahamas
Le Bahamas ordinano alle proprie istituzioni finanziarie di bloccare tutte le transazioni con entità russe che sono state sanzionate dagli stati occidentali
11 Marzo: Giappone
Il Giappone congela i beni di 3 banche bielorusse e vietano ulteriori esportazioni verso la Russia
11 Marzo: UE
L’UE vieterà l’importazione di acciaio dalla Russia e l’esportazione di beni di lusso verso Mosca
11 Marzo: Regno Unito
Il Regno Unito sanziona i legislatori russi che hanno supportato le regioni separatiste dell’Ucraina
11 Marzo: USA
Gli Stati Uniti impongono nuove sanzioni contro Vekselberg e la famiglia del portavoce di Putin
11 Marzo: Canada
Il Canada sanziona il miliardario russo Abramovich e altri
11 Marzo: USA Giappone Regno Unito Germania Francia Italia Canada
Stati Uniti e alleati europei intensificano al pressione economica sulla Russia
10 Marzo: Regno Unito
Il Regno Unito impone il congelamento dei beni del proprietario del Chelsea, Abramovich, e il presidente di Rosneft, Sechin
9 Marzo: UE
L’UE colpisce Russia e Bielorussia con altre sanzioni, ma rifiuta l’adesione rapida dell’Ucraina all’unione
9 Marzo: Regno Unito
Jet privato russo sequestrato mentre il Regno Unito aumenta le sanzioni sul trasporto aereo
8 Marzo: Regno Unito
Il Regno Unito eliminerà gradualmente le importazioni di prodotti petroliferi dalla Russia entro la fine del 2022
8 Marzo: USA
Gli Stati Uniti vietano l’importazione di petrolio e altra energia dalla Russia
8 Marzo: Giappone
Il Giappone annuncia nuove sanzioni verso i Russi e vieta l’esportazione di attrezzatura per la raffinazione
7 Marzo: Canada
Trudeau annuncia che il Canada sanziona 10 individui russi vicini a Putin
7 Marzo: Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda bandisce le navi russe dai propri porti
7 Marzo: Nuova Zelanda
La Nuova Zelanda espande le sanzioni sulla Russia
5 Marzo: Singapore
Singapore blocca quattro banche russe, vieta l’esportazione di elettronica, computer e prodotti militari
5 Marzo: Italia
L’Italia sequestra immobili e yacht di miliardari russi
4 Marzo: Svizzera
La Svizzera adotta le misure europee sull’esclusione dal circuito SWIFT per le banche russe e sul congelamento dei beni di miliardari russi
4 Marzo: Svizzera
La Svizzera vieta esportazioni “che potrebbero contribuire al potenziamento tecnologico dell’esercito russo”
4 Marzo: Svizzera
La Svizzera vieta le transazioni con la banca centrale russa e congela i suoi beni all’estero
3 Marzo: Giappone
Il Giappone congelerà i beni di altre quattro banche russe dal 2 aprile
2 Marzo: USA UE
USA e UE stanno considerando di vietare l’accesso ai propri porti alle navi mercantili russe
2 Marzo: UE
L’UE sospende la distribuzione di media statali Russia Today e Sputnik, considerati “mezzi di disinformazione” in tutto il territorio europeo
1 Marzo: Regno Unito Canada
Navi russe bandite dai porti inglese e canadesi
28 Feb.: Regno Unito
Il Regno Unito congela i beni del Russian National Wealth Fund
28 Feb.: USA UE Regno Unito Giappone
USA, UE, Regno Unito e Giappone vietano le transazioni con la banca centrale russa, il ministero della finanza e il National Wealth Fund
28 Feb.: Canada
Il Canada vieta l’importazione di petrolio russo
28 Feb.: UE USA Canada Giappone
UE, USA, Canada, Giappone e altri annunciano divieti di viaggio e congelamenti di beni per miliardari russi
28 Feb.: Corea del Sud
La Corea del Sud vieta l’esportazione di merci strategiche verso la Russia e aderisce alle sanzioni sul circuito SWIFT
28 Feb.: Singapore
Singapore imporrà “sanzioni e restrizioni appropriate” sulla Russia, comprese misure finanziare e bancarie e controlli sull’esportazione di merci che potrebbero essere usati come armi sul popolo ucraino
27 Feb.: Norway
La Norvegia annuncia che ritirerà tutti i propri investimenti in Russia
27 Feb.: UE Canada USA
Aerei russi banditi dallo spazio aereo di USA, UE e Canada
27 Feb.: UE USA Regno Unito Corea del Sud Giappone
Bloccato l’accesso per le banche russe al sistema di pagamento internazionale SWIFT
25 Feb.: Giappone
Il Giappone annuncia nuove sanzioni verso la Russia e rassicura sulla propria indipendenza energetica
25 Feb.: Australia
L’Australia annuncia sanzioni verso miliardari russi
25 Feb.: Taiwan
Taiwan si unirà ai “paesi democratici” nell’imporre sanzioni sulla Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina. TSMC, il più grande produttore mondiale di microchip annuncia che rispetterà tutte le regole di esportazione imposte
24 Feb.: USA Giappone
Le aziende statunitensi dovranno ricevere una licenza particolare per vendere computer, sensore, laser, strumenti di navigazione, telecomunicazioni, attrezzature aerospaziali e marittime alla Russia. Gli USA negheranno quasi tutte le richieste
23 Feb.: Giappone
Il Giappone impone sanzioni sulla Russia per le azioni in Ucraina
22 Feb.: UE
L’UE passa nuove sanzioni sulla Russia che blacklistano altri politici, legislatori e funzionari, vieta agli investitori europei di investire in titoli di stato russi e bersaglia il commercio con entità separatiste